giovedì 13 settembre 2012

Statuto dei Lavoratori - una conquista di civiltà -

Perchè invece di parlare di lavoro, di come risolvere la crisi drammatica della perdita dei posti di lavoro, di come i giovani non hanno alcuna possibilità di inserimento nel mondo del lavoro, dell'incapacità di dare soluzioni credibili alla crisi economica, si sposta l'attenzione sui diritti dei lavoratori e sulla loro ingombrante presenza come causa dell'impossibilità della crescita del paese? 
Voglio segnalarvi un'approfondimento sul tema dello Statuto dei lavoratori elaborato dal sito www.rassegna.it

2 commenti:

  1. Caro Gaetano,
    ho avuto modo di parlare con un sindacalista del comparto metalmeccanico che scese in piazza durante le contestazioni del '69. La passione e la veemenza che infonde durante il racconto di quei momenti non sono facilmente riscontabili oggi fra i lavoratori. Eppure lo Statuto ha rappresentato il riscatto per la classe operaia che aveva contribuito non poco al boom economico del dopoguerra. Emigrazione, discriminazione sui posti di lavoro, orari di lavoro stressanti, mancanza di garanzie; tutte condizioni che abbiamo subito per farci riconoscere quei sacrosanti diritti. Un patrimonio da non perdere.
    Oggi come allora ci troviamo in un contesto economico di grande difficoltà (globalizzazione, nuove tecnologie e modifica degli stili di vita e di consumo) per cui occorre che ognuno faccia la sua parte per uscire dalla crisi in atto e questo sarà possibile coinvolgendo tutte le forze in campo (Stato, imprese, lavoro). Invece la manovra in corso di demolizione delle garanzie dei lavoratori, a regime, produrrà effetti contrari a quelli voluti e cioè l'allontanamento della forza lavoro dall'obiettivo comune di risanamento dell'economia nazionale.

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