Qualche hanno fa’ (non tanti per
la verità) nel CPO (comitato pari opportunità) avviammo la discussione e
iniziammo a lavorare affinché il nostro Ateneo lo adottasse. La redazione oggi
è motivo di soddisfazione, rappresenta infatti "l'inizio verso la certificazione
di un profilo etico, l'elemento che legittima il ruolo di un soggetto, non solo
in termini strutturali ma soprattutto morali, agli occhi della comunità di
riferimento, un momento per enfatizzare il proprio legame con il territorio,
un'occasione per affermare il concetto di impresa come buon cittadino, cioè un
soggetto economico che perseguendo il proprio interesse prevalente contribuisce
a migliorare la qualità della vita dei membri della società in cui è inserito.
La missione aziendale e la sua condivisione sono elementi importanti per
ottenere il consenso della clientela, del proprio personale, dell'opinione
pubblica".
Perché è proprio nella
condivisione della missione, la partecipazione, la valorizzazione delle
professionalità, il senso di comunità e di appartenenza, la sostenibilità
ambientale, l'agevolare la creazione di un clima di collaborazione tra i
colleghi, migliorare il benessere dell'ambiente di lavoro, migliorare
l'efficienza dei processi lavorativi, migliorare le misure di sicurezza ecc., che si ottiene il consenso.
Fiduciosi che si faccia sul
serio, e non sia solo l'ennesimo formalismo normativo a cui adempiere, auspico
che venga somministrato successivamente all'adozione del primo bilancio sociale
dell'Ateneo Federiciano un questionario che valuti nel merito le azioni
adottate e d'indirizzo intrapreso. Per quanto concerne la somministrazione del
questionario preventivo (fruibile nella piattaforma ESOL) non condivido la
formulazione dei quesiti che invece di includere e rafforzare il senso di
comunità li divarica anzi li tripartisce.
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