Il segretario generale della FLC CGIL
ha scritto una lettera
sui motivi della manifestazione
del 28 novembre 2015 a Roma e sulla necessità di non mancare a
questo appuntamento. Contratto, risorse e investimenti nei settori della
conoscenza, contrasto a leggi inaccettabili, prospettive verso un referendum
abrogativo delle parti più insidiose della legge 107/15 e, in assenza di
risposte, verso uno sciopero delle categorie pubbliche, questi i temi trattati
da Domenico Pantaleo.
Con lo slogan “Pubblico6Tu,
ContrattoSubito”, migliaia di lavoratori da tutto il paese
sfileranno da Piazza della Repubblica, dove alle ore 12 è previsto il
concentramento, fino a Piazza Venezia nelle cui vicinanze sarà allestito il
palco per i comizi. Scarica
la locandina.
Il
TAR Lazio cassa il regolamento ASN nella parte in cui richiede la maggioranza
qualificata dei 4/5
Con sentenza del 3
novembre 2015, la Sezione terza bis del TAR Lazio ha ritenuto illegittima la
previsione – contenuta nel DPR 222/2011 – che richiedeva per l’abilitazione di
un candidato la maggioranza qualificata dei 4/5 dei commissari, ritenendo
sufficiente la maggioranza semplice
La febbre è alta e
sale ancora. In meno di un mese, sono state approvate da dipartimenti, senati
accademici e assemblee di ateneo ben 84
mozioni in 37 diversi atenei che, da diverse angolazioni,
contestano la politica universitaria del governo sul blocco degli scatti
stipendiali, ma anche sul diritto allo studio, le limitazioni al turn-over (con
le ricadute sul precariato), i tagli al fondo di finanziamento ordinario, e
l’uso della retorica della premialità come paravento per un ridimensionamento
selettivo del sistema dell’istruzione universitaria.
L’Italia è ultima in
Europa per numero di laureati, è il penultimo Paese dell’Ocse quanto a
finanziamenti all’istruzione terziaria, detiene il record di Neet tra i 16 e 29 anni e, dulcis in fundo, dal 2003 a oggi ha visto il crollo
delle immatricolazioni: da 338mila a 260mila.
«L’applicazione della riforma “… è stata realizzata a costo zero, o
meglio ancora in un lungo periodo di continua erosione – ma è un eufemismo –
delle risorse finanziarie a disposizione, considerando che in base a dati della
Ragioneria dello Stato il comparto universitario è l’unico che ha realmente
tagliato la spesa nell’ultimo quinquennio. Le Università vivono nella storia e nel loro
attraversamento hanno dimostrato che la scienza è per l’uomo e per lo sviluppo
dell’umanità; perché continuare a non vedere tutto questo e a indebolire
l’unico vero motore di ripresa del nostro Paese?»
A conclusione
dell’adunanza dell’11 novembre 2015, il
Consiglio Universitario Nazionale raccomanda alla Signora Ministra “di
sospendere le procedure della VQR, in accordo con le
osservazioni che la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane avanza
dallo scorso luglio”.
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