Sul fronte del pubblico impiego,
nonostante la spending review sia prossima al traguardo della
conversione in legge, il numero degli esuberi resta ancora fortemente
incerto. Per ora, si è parlato di 11 mila statali negli uffici centrali (suddivisi tra enti e ministeri) e di 13 mila negli enti locali, soglie che, in attesa delle disposizioni applicative, restano però puramente ipotetiche. Come già accaduto per gli esodati,
insomma, il numero esatto degli statali che verranno estromessi dalle
piante organiche, probabilmente lo si saprà solo quando le norme saranno
entrate completamente in vigore. Di certo, c’è che il taglio colpirà
il 20% dei dirigenti e il 10% del personale. I dipendenti a meno di due
anni dal ritiro saranno condotti al prepensionamento; per chi resta, stretta sui buoni pasto e sull’obbligo di svolgimento delle ferie.
Sul fronte delle università, invece, resta la stangata sui
fuori corso, con rincari delle tasse di iscrizione del 25% per redditi
familiari fino a 90 mila euro lordi, del 50% fino a 150 mila, del 100%
oltre i 150 mila. La tegola, però, arriva anche per gli studenti che non
hanno deficit di esami. Anche per gli universitari in corso,
infatti, viene previsto un innalzamento del contributo accademico, con
la postilla che a restare immuni dal rincaro siano tutti gli studenti
con reddito Isee al di sotto dei 40mila euro...continua
Fonte: www.leggioggi.it
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