mercoledì 9 dicembre 2015

Crollo al Dipartimento di Veterinaria. Emergenza del sistema Università


Quello che è accaduto oggi nella nostra Università, se pur ascrivibile ad un evento eccezionale e ad un probabile dissesto geologico -ma questo saranno gli organi competenti a stabilirlo- non dovrebbe per alcuna ragione mai accadere. Solo per una serie di coincidenze, il ponte dell'immacolata, la chiusura dell'Ateneo e le prime avvisaglie notturne hanno limitato i danni se pur ingenti alle sole cose. Questo evento, nella sua tragicità ben rappresenta lo stato in cui versa il sistema universitario nel nostro paese, nel mezzogiorno e nella nostra regione. I continui tagli lineari perpetrati in questi anni al sistema della conoscenza, al sistema pubblico, alle università hanno indebolito il sistema alle fondamenta. Oggi quello a cui direttamente o indirettamente abbiamo assistito è la realistica rappresentazione della chiara volontà di smantellamento dei saperi nel nostro paese. Un percorso che parte da lontano e che non si arresta, che investe in maniera trasversale tutta la comunità universitaria, studenti, docenti, ricercatori personale TA, CEL, precari, una vera e propria emergenza che continua a perdurare anche nel testo dell'ultima legge di stabilità (2016) in discussione in parlamento -"Le risorse finanziarie assegnate e trasferite alle università, nell'ambito dei finanziamenti per l'attuazione degli interventi di edilizia universitaria negli anni dal 1998 al 2008 a valere sugli stanziamenti disponibili nel bilancio dello Stato e per i quali gli Atenei hanno provveduto alla definizione degli interventi da realizzare, per ciascun tipo di edilizia generale, dipartimentale e/o sportiva, che al 31 dicembre 2014 risultano ancora non totalmente spese, sono versate all'entrata del bilancio dello Stato nell'esercizio finanziario 2016"-, un continuo definanziamento. Sono necessari interventi seri e coraggiosi, sono necessarie più risorse al sistema dei saperi e della conoscenza, è necessario cambiare segno a questa manovra se si vuole investire nel futuro, per non rinunciarvi definitivamente.

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