Il giorno del pubblico impiego. Grande partecipazione al corteo di Roma.
Camusso: "Basta umiliare i lavoratori, il governo trovi le risorse o la
protesta continua". L'omaggio ai morti di Parigi. Le voci dalla piazza:
"Sette anni senza aumenti".
Le richieste di modifica della FLC CGIL presentate alla Camera dei
Deputati
Il testo della
Legge di stabilità 2016 trasmesso alla Camera dei Deputati non
cambia verso:
sui
temi dell’Università continua a mancare un intervento di sistema capace di
rispondere alla crisi dei nostri atenei e le novità apportate al testo sono per
alcuni versi addirittura di segno peggiorativo.
La campagna #PERCHÉNOINO
per il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione DIS-COLL ad assegnisti,
dottorandi e borsisti è entrata nella fase più intensa: far
pressione sul Governo presentando in massa la domanda di DIS-COLL. Ecco qui alcune
istruzioni per l’uso su cos’è la DIS COLL, come fare domanda e cosa fare quando
la respingono.
All’interno della
questione meridionale generale e del gap economico e sociale creatosi tra Nord
e Sud, esiste una questione che investe il sistema universitario e che rischia
di trasformarsi rapidamente in un danno incalcolabile per il Meridione.
Il record negativo fra i 34 Paesi Ocse L’allarme di Manfredi, capo dei
rettori «Paghiamo un welfare molto carente servono più borse di studio al Sud» «Il rapporto Ocse è
la fotografia della realtà — commenta amaro il capo dei rettori Gaetano
Manfredi —. Il nostro è un sistema fortemente sotto finanziato, in un momento
in cui l’economia della conoscenza invece è sempre più basata sul capitale
umano.
Fanalino di coda nell'OCSE per numero di laureati in generale, abbiamo
però più diplomati nella specialistica e nel ciclo unico. Mancano i percorsi
professionalizzanti. Poveri
di laureati in generale, siamo invece ricchi di laureati in possesso di un
titolo equivalente al master (laurea specialistica o laurea a ciclo
unico tipo medicina): la media italiana è 20% contro il 17% Ocse. I due
dati non sono in contraddizione, ma strettamente collegati.
Rapporto Ocse: va all’Università solo il 42% dei giovani, e soltanto il
62% trova lavoro. Investimenti in istruzione per lo 0,9% del Pil, peggio di noi
il Lussemburgo. L'Italia
infatti è l'unico Paese, insieme alla Repubblica Ceca, in cui il tasso di
occupazione tra i giovani dai 25 ai 34 anni è il più basso tra i laureati
rispetto ai diplomati. Ed è in vetta alla classifica per presenza di neet: i
giovani tra i 20 e i 24 anni che non studiano né cercano un impiego sono il
35%.
L'aggiornamento
Ocse sullo stato dell'istruzione italiana, comparato con i 34 paesi più
industrializzati del mondo, ci dà subito una buona notizia. Nell'istruzione
terziaria, l'Italia associa alti tassi di laureati di 2° livello (chi conclude
il doppio ciclo 3 anni più 2), ma, e la controindicazione negativa è subito in
agguato, ci sono pochi diplomati su programmi di studio legati a professioni -
l'alta formazione professionale - e pochi laureati di 1° livello (la
triennale).
Nell’Italia con il
segno più, più forte, più semplice, più orgogliosa, più giusta – con “1.000
ricercatori, 500 cattedre universitarie speciali, 500 assunzioni nella cultura,
500 nuovi professori selezionati fra i cervelli all’estero o intrappolati in
Italia” – presentata dal Presidente del Consiglio Renzi illustrando la legge di
stabilità 2016, c’è un segno uguale
di cui non ha fatto menzione: uguali risorse per il Fondo statale che finanzia
le borse di studio: 162 milioni di euro.
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